May 03 2024

Champions League

a cura di Cesare Biasini Selvaggi

Prorogata fino al 28 aprile

Diciotto dipinti ad olio su tela sono i protagonisti di Champions League, una mostra che presenta alcuni dei lavori più significativi di Michele Moro (Treviso, 1964), pittore cultore della qualità e del “ritorno al mestiere”, testimone e custode dei valori dell’arte.
Dal 18 novembre 2023 al 29 febbraio 2024 nella gallery #2 della neocostituita Fondazione THE BANK ETS - Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea di Bassano del Grappa (VI), va in scena la galleria di ritratti di Michele Moro, dove ogni esistenza è presentata come un’opera d’arte, ricordando che per viverla appieno occorre affrontare sfide difficili, tentando l’impossibile per guadagnarsi una personale Champions League.
L’umanità di Moro si svela «nell’apparizione di cose e figure in scene visionarie dal fascino pop-surreale che attingono a varie suggestioni, dai ricordi di persone che hanno costellato la vita dell’artista nel quotidiano accostando a essi simboli e contenuti sorprendentemente contemporanei, definendo un racconto originale e personale», scrive Rebecca Delmenico in catalogo. «Ogni ritratto è il modo in cui l’artista interpreta il soggetto, proiettandolo nel suo universo emblematico sospeso in una surrealtà schizoide, i cui elementi circoscrivono un clima che Moro definisce punk e, al contempo, lirico».
«Moro rappresenta il prototipo di artista che la Fondazione THE BANK ETS ama, ed è quindi immediatamente entrato a far parte del gruppo di artisti con cui noi abbiamo un rapporto diretto, direi quasi intimo. Perché quando ci si ritrova (l’artista e noi) dentro una tela, si condividono emozioni, nasce un rapporto con l’artista che non può che essere intimo. È una sorta di confessione reciproca, che diventa complicità, amicizia e comune aspirazione affinché quello che la tela racconta, quello l’artista racconta, possa essere conosciuto e condiviso anche dal pubblico. L’esposizione, in questo senso, diventa per l’artista un modo per confermare la propria esistenza, una sorta di liberazione dalla propria solitudine: espongo e quindi sono, esisto. C’è sicuramente anche una giusta e necessaria componente di ambizione, che non diventa comunque mai predominante», afferma Antonio Menon, presidente della Fondazione.
L’esposizione propone una raffinata scelta di ritratti di Moro, un excursus che prende le mosse dalle lezioni di Leonardo e dei suoi epigoni – come Giuseppe Arcimboldo – intrecciandola con il naturalismo di Annibale e Agostino Carracci, attraversando la trionfale ripresa del genere presso i pittori veneti della prima metà del Settecento, da Marco Ricci a Giovan Battista Tiepolo, fino alla ricerca di Francis Bacon nella ritrattistica metamorfica.
«Il bello rappresentato dall’io nella ritrattistica di Moro è presente in qualsiasi forma che, di per sé, può essere considerata non-bella, non-convenzionale, addirittura brutta. È questa la personale ricerca del sublime dell’artista», dichiara Cesare Biasini Selvaggi, segretario generale della Fondazione.
«Mentre tutti ci guardavano con sospetto e un po’ di compassione perché restavamo incantati dai soggetti di Moro, scoprivamo che il nostro amico trevigiano era pure più “concettuale” di qualsiasi informale che abbiamo visto passare a cifre incredibili nelle varie aste. Perché Moro ci racconta la verità ridendo, e sotto il suo sorriso prevedeva il disagio della Brexit, il disastro delle banche venete e della finanza occidentale, ma era anche ambientalista vero ante litteram, prima di ogni Greta, prima di ogni protocollo verde, in anticipo sui catastrofisti del riscaldamento globale, con le sue canottiere e le sue corse matte e disperatissime, sempre in fuga da una realtà che non basta mai. THE BANK non poteva non intercettare un talento di tale portata, perché sta proprio nel codice genetico della collezione questo andare contro i tempi, contro i luoghi e in qualche misura contro le mode che hanno lasciato ai margini molti artisti affini a Michele Moro», evidenzia Paolo Zanatta, conservatore delle collezioni.
Michele Moro (Treviso, 1964) svolge gli studi in grafica pubblicitaria a Treviso e, successivamente, frequenta i corsi serali presso la scuola d’arte “Lorenzo Lotto” a Mirano (Venezia) dove, oltre agli studi in storia dell’arte, apprende i fondamentali del disegno e della pittura, percorso che poi proseguirà in autonomia come autodidatta nella pittura a olio. Nel frattempo lavora in un’agenzia pubblicitaria, successivamente pratica la decorazione con aerografo disegnando su plexiglass o alluminio per insegne luminose, coniando il proprio idioma espressivo nel coltivare la pittura a olio. Dopo un periodo difficile, ormai superato, torna a riprendere fiducia, giorno dopo giorno e, con essa, la voglia di dipingere, attività a cui si dedica a tempo pieno da circa quindici anni.
L’inaugurazione della mostra, realizzata con il patrocinio del Comune di Bassano del Grappa, si terrà sabato 18 novembre alle ore 18.00. Saranno presenti i rappresentanti delle Istituzioni, i vertici della Fondazione THE BANK ETS e l’artista Michele Moro.
In contemporanea al focus su Michele Moro, la gallery #1 della Fondazione ospita la collettiva Pittura segreta, a cura di Cesare Biasini Selvaggi e Paolo Zanatta, con opere di oltre settanta pittrici e pittori contemporanei facenti parte della collezione permanente, per una disamina che va oltre le geografie e le dinamiche del mercato, ponendo in primo piano la qualità della ricerca, con una particolare attenzione anche agli autori outsider.
La Fondazione è aperta al pubblico il sabato con orario 17.00-20.00, la domenica con orario 16.00-20.00 e su appuntamento. La mostra di Michele Moro è accompagnata da un catalogo disponibile in sede con testi di Antonio Menon, Cesare Biasini Selvaggi, Rebecca Delmenico, Paolo Zanatta e ricco apparato iconografico.

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